I permessi legge 104 e i congedi straordinari legge 151 consentono di assistere familiari disabili. Abusarne, però, può comportare il licenziamento per giusta causa
I permessi legge 104 del 1992 consentono ad alcune categorie di lavoratori di usufruire di ore o giornate retribuite per prestare assistenza ai familiari disabili.
Chi durante la giornata di permesso svolge mansioni diverse commette però un illecito, sia nei riguardi del datore di lavoro che del sistema previdenziale nazionale, in quanto il pagamento della retribuzione durante i giorni di permesso è soltanto anticipato dal datore, che poi lo recupera dai contributi che deve versare all’Inps.
Sono compatibili con i permessi 104 lo svolgimento di commissioni personali di breve durata e di carattere essenziale, come fare la spesa, acquistare le medicine, accompagnare i figli a scuola,
L’utilizzo improprio dei permessi non solo costituisce un abuso del diritto, ma viola anche i principi di buona fede e correttezza nei confronti del datore e dell’ente assicurativo.
Il lavoratore può, quindi, essere legittimamente licenziato: abusare dei permessi della legge 104 è motivo di licenziamento per giusta causa, con effetto immediato. L’Inps può, invece, denunciare il dipendente per il reato di truffa ai danni dello Stato.
La legge consente ai datori di lavoro di ricorrere agli investigatori privati anche davanti al solo mero sospetto al fine di accogliere elementi di prova a supporto dell’abuso dei permessi legge 104. Tutta l’indagine è documentata attraverso prove testimoniali e documentali, utilizzabili in sede giudiziaria.
Congedi straordinari legge 151
Il nostro ordinamento prevede anche altre tipologie di assenze retribuite per coloro che devono assistere familiari disabili: in particolare, il Dlgs. n. 151/2001 ha introdotto un congedo straordinario disabili per i dipendenti che siano familiari di persona con handicap grave.
Gli aventi diritto possono assentarsi dal lavoro per un massimo di due anni nell’arco dell’intera vita lavorativa, durante i quali la retribuzione è carico dell’Inps. Possono richiederlo solo i lavoratori dipendenti, secondo un preciso ordine di parentela, ed è necessaria la convivenza.
Anche in questo caso, se il dipendente dedica il tempo a propria disposizione ad attività non congruenti con le finalità del beneficio, si può concretizzare un abuso. L’agenzia investigativa dovrà acquisire tutti i dati utili e le informazioni di vario tipo per accertare l’illecito.